La Stroscia, il dolce antico della Liguria di Ponente!
La storia di questo dolce, si perde nella notte dei tempi; si parla di almeno cinquecento anni o forse più. Il nome“ Stroscia”, deriva dal fatto che questo dolce si deve rompere (struscià) con le mani.
Questo ne denota la semplicità e l'informalità proprie delle origini contadine. Infatti si tratta di un dolce che viene preparato con ingredienti semplici e del territorio. Grazie all'eccellente olio extravergine ricavato esclusivamente da olive “Taggiasche”, questo dolce ha una lunghissima conservazione naturale.
Si racconta, che la “Stroscia” sia il dolce dei Santi Patrono di Pietrabruna e veniva prodotta in grandi quantità dalle famiglie in prossimità dei festeggiamenti patronali. La ricetta, non ha dosi ed ingredienti rigidi, ma una base e piccole varianti che non ne cambiano di molto il risultato ma le rendono estremamente personali.
Un tempo venivano cotte nei forni di paesi e ogni famiglia aveva il suo segno di riconoscimento, chi metteva una mandorla, chi una nocciola, chi un confetto, chi dei pinoli o altri segni distintivi per poter riconoscere dopo la cottura le proprie “Strosce”.
La ricetta, come dicevamo, è soggettiva ma ha comunque degli ingredienti base: servono farina, zucchero e l'olio extra vergine di olive taggiasche. Anticamente, la “Stoscia” si faceva senza lievito ma rimaneva un po' troppo compatta; fu quindi aggiunto il lievito madre (levà) o lievito per dolci.
L'ultimo tocco " inebriante" si da' con un po' di Pigato o Vermentino, od anche con un " gemellaggio" con Marsala o Grappa...!!!
Alcuni aggiungono la scorza grattugiata di un limone e una volta reso l'impasto della consistenza desiderata (e qui sta il segreto, l'olio non si può quantificare con precisione, perché in base alle condizioni meteorologiche e alla mano serve più o meno olio), si divide il composto formando per ogni “Fögliu” (teglia) sei o sette “Strosce”. Prima di infornare si ricoprono le “Strosce” con zucchero semolato (o a velo) ed i segni distintivi.